Riserva Naturale Grotte del Bandito

Una grotta da orsi, anfibi, pipistrelli

Uno degli ingressi principali del sistema carsico | L. Giraudo

Il massiccio cristallino dell'Argentera è stretto da un abbraccio di rocce sedimentarie (calcari e dolomie). In queste rocce meno compatte e più permeabili rispetto a quelle cristalline delle cime dell'alta valle, l'acqua, infiltrandosi attraverso crepe e fenditure, ha scavato nel corso dei millenni gallerie e cunicoli.
Il più importante sistema sotterraneo della valle è rappresentato dalle Grotte del Bandito, che si aprono in prossimità del torrente Gesso, nel Comune di Roaschia. Qui, sono stati ritrovati resti di Ursus spelaeus, l'antico orso delle caverne. Qui, sfruttando il clima stabile delle grotte, svernano colonie di Chirotteri, il cui letargo non va assolutamente disturbato, pena la morte dei pipistrelli. Qui i valligiani hanno scavato a lungo in cerca di pagliuzze d'oro. Qui vivono specie di invertebrati perfettamente adattati all'ambiente sotterraneo.

Per il loro interesse naturalistico e paleontologico, le Grotte del Bandito sono dal 2011 una Riserva naturale gestita dalle Aree Protette Alpi Marittime, ricompresa nel SIC IT1160056 “Alpi Marittime": sono sottoposte a tutela e l'accesso alle cavità è strettamente limitato ad attività di ricerca o a visite autorizzate/condotte dal Parco.